LA MODA VINTAGE PER COMBATTERE L'INQUINAMENTO
Realtà in forte espansione
Secon hand, moda sostenibile, ecologia. Cos'hanno in comune queste parole?
Il settore dell'usato , mai come oggi, sta diventando una realtà in forte espansione.
Tutti noi conosciamo le problematiche climatiche e ambientali che affliggono tutto il mondo ogni giorno, problematiche causate dall'inquinamento industriale, chimico etc...
Ma la moda, che ruolo gioca in questa situazione?
E' importante a tale proposito distinguere due tipi di "moda": la moda veloce e quella sostenibile.
La moda veloce, definita in inglese fast fashion, è quella che comprende grandi marchi low cost come Zara, H&M, Bershka e moltissimi altri.
La loro caratteristica è quella di proporre capi alla moda ma economici, realizzando una decina di collezioni all'anno e producendo una quantità di capi elevatissima.
Per sostenere tali spese di produzione queste aziende, devono produrre i loro capi in paesi dove il costo della manodopera è molto basso: India, Cina, Bangladesh.
In questi paesi però i lavoratori non sono tutelati da norme specifiche e spesso vengono sfruttati e costretti a lavorare in condizioni di mancata sicurezza (https://it.wikipedia.org/wiki/Crollo_del_Rana_Plaza_di_Savar ).
Inoltre Legambiente dichiara che il 70,4% dei capi venduti da queste aziende, contiene sostanze chimiche come formaldeide, coloranti dispersi e metalli pesanti.
Tutto ciò non fa che aumentare l'inquinamento, oltre a produrre capi mal confezionati e di scarsa qualità.
Ma passiamo al secondo tipo di moda a cui accennavamo prima: la moda sostenibile.
Questo tipo di moda si basa sull'etica e la sostenibilità. Le aziende appartenenti a questa categoria, producono capi confezionati con materiali non dannosi per la salute e a bassissimo impatto ambientale, sia in fase di produzione che di smaltimento. Spesso le aziende sostenibili producono pochi pezzi e soprattutto pezzi unici proprio per il tempo che richiede confezionare un capo di qualità.
Le condizioni dei lavoratori che sono assunti da queste aziende sono tutelati da precise norme.
Insomma, quale può essere il nostro concreto apporto per limitare i danni che le aziende di fast fashion producono?
Le soluzioni sono più semplici di quello che pensiamo!
Compare usato vintage per esempio è una di queste.
Acquistare capi e accessori vintage di qualità è una scelta sostenibile, ma anche quella di informarsi su piccole realtà artigianali che si impegnano giorno dopo giorno per produrre prodotti di qualità.
Secondo il rapporto annuale di vendita di moda usata, negli ultimi 3 anni il settore è cresciuto 21 volte più velocemente e in USA raggiungerà i 51 miliardi di dollari in cinque anni.
La generazione "Z" (1997-2010) acquista moltissimi capi di seconda mano e 9 rivenditori su 10 vogliono entrare nel settore dell'usato entro il 2020.
Ma il dato più positivo e sorprendente è che secondo l'osservatorio Second Hand Economy, nel 2028 negli USA, il mercato di capi e accessori usati supererà quello della fast fashion: 64 miliardi di dollari contro 44 miliardi.
In Italia il giro d'affari di beni usati nel 2018 ha toccato quota 23 miliardi di euro ed è in fortissima crescita.
Comprare usato di qualità quindi è una soluzione concreta per limitare i danni prodotti da un sistema basato solamente sul ricavo economico, che non pensa agli enormi danni che sta causando al nostro pianeta.